Lo svago: un’invenzione di Dio

Pietro Bolognesi 21/07/25


Genesi 1,4,10,12,18; 2,1-3;

Le prime pagine della Bibbia ci presentano Dio come un Dio che lavora e si riposa. Le cose che ha fatto sono buone (tov). C’è un senso di appagamento di Dio nelle cose che ha creato. Non erano cose semplicemente “belle”, ma erano finalizzate a ciò per cui erano state create. Dio si ferma a guardare l’oggetto della sua attività e dice “bello”, “buono”, “finalizzato alla sua funzione”, “procura piacere, diletto”. Dio si compiace in questa bontà che riconosce. Pertanto, il Signore è preso da un sentimento di ammirazione e di soddisfazione. Dio gode di quello che ha fatto. Il riposo, lo svago le ha pensate per noi, ma sapeva cosa stava creando. Dio si ferma, fa una pausa e si sente pienamente soddisfatto di quanto compiuto. In effetti, Dio ha strutturato il mondo di modo che ci sia questa alternanza: lavoro, riposo, movimento, sosta. Le realtà vegetali ed animali non sono in perpetuo movimento.

Così, Dio non ha fatto le cose solo per il proprio compiacimento, ma anche perché questo paradigma dell’alternanza diventasse un paradigma nella vita umana. C’è un senso di fiducia verso Dio che propone tanto un momento di lavoro, quanto un momento di pausa.

In questo senso, l’uomo non è solo uno strumento di produzione ma è qualcuno che può distaccarsi dal lavoro e questo elemento, in qualche modo, apre alla gratuità di ciò che riceviamo. Noi ci apriamo al tema della grazia perché realizziamo che il mondo continua ad andare avanti anche quando noi facciamo la pausa. La pausa ci dice: “tu non sei necessario nella creazione”. Così, tutte le smanie di agire nella vita dell’uomo lasciano spazio alla contemplazione di Dio.

Se ci spostiamo sul piano qualitativo, capiamo che non c’è alcuna discriminazione tra il momento dell’attività e quello della pausa. I due momenti hanno la medesima dignità.

Dio ha creato questo mondo come il proprio tempio, cioè il luogo in cui noi possiamo celebrarlo. Lui vi ha collocato degli esseri a sua immagine e, al termine di questo lavoro, lui è venuto ad abitare in questo mondo, proprio accanto agli uomini. Insediandosi nel settimo giorno, tutto ha cominciato a funzionare nel modo più straordinario che potesse esserci. L’allusione è al Signore Gesù: Dio prende posto accanto agli esseri creati a sua immagine.

L’alternanza tra lavoro e riposo implica la possibilità per l’uomo di assomigliare al proprio Creatore. Calvino diceva: “Abbiamo bisogno di riposarci completamente affinché, liberi da tutte le altre faccende, applichiamo con maggiore libertà il nostro spirito a riconoscere il Creatore”.

Quindi, gli esseri umani si realizzano sia quando lavorano imitando Dio Creatore, sia quando si riposano imitando ancora Dio Creatore. Pertanto, quando ci divertiamo, quando proviamo piacere, noi stiamo dicendo che crediamo nella bontà della Creazione di Dio. Coloro che si riposano anche senza essere credenti stanno confessando la bontà della Creazione (Rm. 1).

Alcuni testi sul compiacimento di Dio: Sl. 104,26; Prv. 8,30-31; Prv. 17,22; L’idea dello svago come invenzione di Dio può sembrare strana, ma aiuta a collocarsi nel nostro mondo. Le varie civiltà hanno sempre cercato la dimensione dello svago, quel che accade nel mondo contemporaneo, però, risulta insolito. Per la maggior parte del tempo, le persone vivevano in società agricole e rurali in cui era necessario svolgere una grandissima attività dal punto di vista fisica. La rivoluzione industriale ha cambiato questo paradigma. Così, oggi le persone hanno più tempo di libero di quanto non fosse nel passato. Nella società umana, l’idea di “fine-settimana” è un’idea recente, anche se a noi pare scontata. Se noi partiamo da questo paradigma, ossia Dio che crea lo svago, allora noi capiamo che lo svago non è frutto della società industriale. Ed oggi abbiamo un enorme problema con lo svago. Noi non partiamo da una conquista della società industriale, ma partiamo da Dio. L’assenza di un riferimento a Dio genera squilibri profondi nella vita umana. Ci sono persone che sono attivissime nel lavoro, poi vivono lo svago come un letargo davanti alla tv. Al contrario, c’è chi vive bene solo la dimensione dello svago. Ecco, tutto questo denota la mancanza di armonia nella visione del mondo. Quando nello svago qualcosa si compie allora l’eco di questa dipendenza da Dio è efficace e significativa.